La Valle Sacra: il cuore dell'impero Inca
La Valle Sacra, a circa 40 minuti di auto da Cusco, è considerata il cuore dell’impero Inca. Offriva infatti tutto ciò che serviva a una civiltà come quella incaica: un territorio fertile, grazie al fiume Urubamba, con microclimi diversi che permettevano di coltivare mais, patate e quinoa in abbondanza; una posizione strategica e difendibile, circondata da montagne; e soprattutto un’area costellata di villaggi, centri cerimoniali e fortezze (Pisac, Ollantaytambo, Moray, Maras) che ne facevano un centro politico, agricolo e religioso di primo piano. Era, in poche parole, la “dispensa” e l’anima spirituale dell’impero.
Lungo il percorso da Cusco alla Valle, ci siamo fermati al Museo della Casa Tessile di Sulca, dedicato al recupero e alla valorizzazione delle antiche tradizioni tessili. Successivamente, abbiamo raggiunto il piccolo villaggio di Pisac, celebre per il suo mercato agricolo all’aperto, ma anche per essere un centro spirituale, dove i riti shiamanici a base di ayahuasca e San Pedro sono la norma. La giornata si è conclusa con il pernottamento presso l’hotel Sol y Luna, un’oasi di pace nel cuore della valle.


La tappa successiva del nostro itinerario ci ha portati a Maras, un luogo che colpisce immediatamente per il paesaggio surreale e suggestivo che offre. Questo antico centro di estrazione del sale, già attivo in epoca incaica, custodisce ancora oggi centinaia di saline disposte a terrazza lungo il fianco della montagna. Piccole vasche bianche, riempite dall’acqua salata che sgorga da una sorgente naturale a circa 32 gradi, creano uno spettacolo visivo unico: un mosaico di riflessi che cambia colore a seconda della luce del sole. È incredibile pensare che queste saline siano ancora operative e che le comunità locali continuino a utilizzarle con gli stessi metodi tradizionali di secoli fa.


A breve distanza da Maras, si trova un altro luogo che lascia senza fiato: Moray. Qui la mano ingegnosa degli Incas ha creato un vero e proprio laboratorio agricolo a cielo aperto. Le grandi terrazze circolari concentriche, che scendono come un anfiteatro verso il centro, venivano utilizzate per sperimentare diversi microclimi e tecniche agricole, studiando quali colture crescessero meglio a differenti livelli di temperatura e umidità. Questo incredibile sito archeologico dimostra quanto fossero avanzate le conoscenze agricole e ingegneristiche di questa civiltà, capace di trasformare la natura in uno strumento al servizio della comunità.

La giornata si è conclusa a Chinchero, un borgo pittoresco che sembra un quadro d’altri tempi, con le sue stradine acciottolate e la piazza principale che pulsa di vita. Qui abbiamo trovato un mercato vivace e colorato, dove la gente del posto si riunisce non solo per vendere prodotti agricoli e artigianali, ma anche per scambiare chiacchiere e mantenere vive tradizioni secolari. È stato emozionante osservare le donne in abiti tradizionali tessere con abilità straordinaria e ammirare i banchi carichi di oggetti realizzati a mano.